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live report 01.12.07

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Messaggio  nicola lucchetta Gio Dic 06, 2007 12:45 am

WASTERS
Un punk rock molto solare, molto "estivo", è la proposta che caratterizza questo combo punk rock melodico. Delle proposte già sentite e risentite, caratterizzate da una batteria a tratti molto aggressiva, che scorrono via senza infamia e senza lode. Una band inizialmente statica ma che, con il passare del set si "smuove", dedicandosi a soliti movimenti standard che si vedono nel genere, come ad esempio i salti in sincronia. Chiudono il set con una cover dei Sum 41 e, visto il tempo ancora a disposizione, con il classicone "All the small things" dei Blink 182: come sempre, essendo di fronte a cover praticamente identiche alle originali, si sarebbero preferite canzoni proprie. Band che, vista anche la giovane età, è fin troppo ancorata ai miti giovanili: speriamo in una "personalizzazione" della proposta.

NTT
Vecchia conoscenza del Suonica (e anche dell'Emergenza, se non ricordo male), questi NTT. La proposta è un mix di vari generi: si spazia dall'hard rock, all'heavy più classico, arrivando al movimento power, sia americano che teutonico (i richiami sono soprattutto nei Rage), il tutto unito da una voce dotata di un timbro particolare. Band interessante e preparata, ma che purtroppo ha presentato un set frammentato da inutili (e troppe) pause tra una canzone e l'altra, cosa che ha fatto calare il ritmo dello show. Primo caso della stagione, la proposta di cover rivisitate in chiave personale: carine le cover di "Living after midnight" dei Priest e di "Losing my religion" dei REM, la seconda praticamente "stravolta". La sensazione è però quella che la band sia arrivata ad un punto fermo, visto che il set di stasera non aggiunge e non toglie nulla a quanto già presentato in passato.

OBSCURE STEEL
Candlemass meets Rob Halford. La musica di questi Obscure Steel è un doom metal molto cadenzato ed epico che ricorda moltissimo gli svedesi Candlemass, soprattutto le linee di basso, che richiamano molto quelle del frontman Leif Edling. Il frontman però non imita il "nostrano" Messiah Marcolin, ma punta più ai "registri alti" di Rob Halford, richiamando in alcuni casi anche King Diamond, frontman dei Mercyful Fate (a cui la band dedica una canzone.. forse una cover della sua band solista? Attendo conferma). Una band interessante, ma purtroppo ostica per chi non è allenato a certe sonorità, che non sono le preferite dei teenager ma di chi è più "attempato": questa cosa, si è soprattutto notata osservando il pubblico nelle prime file.

ROLLING MONKEYS
Idoli del mese: si presentano con parrucca e occhiali da sole, dimostrando il fatto che sanno come presentarsi e, perchè no, un po' di autoironia. La band è, di fatto, un gruppo funk che si sviluppa sia nel suo lato più rock (come, ad esempio, quello dei Red Hot Chili Peppers di metà carriera), sia quello più "puro" di band come, ad esempio, gli Earth Wind and Fire: in questo caso, però, non siamo di fronte ad una big band, ma ad una classica formazione rock, con basso-batteria-chitarra-voce. Il "tiro" c'è, la tecnica anche, le canzoni si sono rivelate molto belle (anche se in alcuni tratti "allungate") e la presenza scenica è notevole, con le mossette fatte a "ritmo" da parte del frontman. Certo, quel look d'annata resta ben fisso in mente, ma in questo caso c'è anche la sostanza. Promossi.

REIN
Alcune buone idee, che potrebbero essere utilizzate come ottima base di partenza, ma che purtroppo passano in secondo piano a causa di una presenza scenica praticamente nulla e delle linee vocali da migliorare (anche se, in questo punto, il tasso alcolico del bassista può avere influito sul risultato finale). La cosa interessante è, soprattutto, la capacità di spaziare su vari generi non bruscamente, ma con un vero e proprio filo logico: si è sentito di tutto, dal metallo al rock da classifica, dall'"emo" al (a tratti) postHC. Buone basi, sulle quali costruire qualcosa che, a livello qualitativo, possa rendere questi Rein un gruppo interessante.

GOLTHOTH
Per la prima volta, il true evil black metal sbarca sul palco della seconda edizione del Suonica Live. Una band che propone un black metal particolarmente canonico e senza compromessi. La perizia tecnica c'è: magari il blast beat del batterista può aver avuto delle (minime) imprecisioni su alcune battute, il risultato poteva sembrare impastato, ma, visto il genere, queste cose passano tutte in secondo piano. Da sottolineare lo screaming del cantante, che non subirà un calo che sia uno durante tutti i venti minuti. Lo ammetto: pur essendo il black metal un genere che odio con tutto il mio cuore, questo gruppo merita tantissimo rispetto e stima, forte soprattutto di un'esperienza sotto diverso nome. Un solo consiglio: delle tastiere, o comunque degli inserti orchestrali, renderebbero la proposta più "piena", raggiungendo quello step che renderebbe la band un gruppo di livello superiore.
nicola lucchetta
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